mercoledì 13 giugno 2007

La sinistra s'è persa?

Due casi su tutti, che mi riguardano personalmente, e che risultano da contesti diversi ma afferenti alla stessa problematica.
Io vengo dalla Basilicata e vivo in Umbria, alle ultime tornate elettorali in ambedue le regioni due sono le note salienti: Matera e Todi.
Il contesto politico è quasi simile, due regioni a maggioranza centrosinistra ( più del 65%) due Presidenti di Regione tra i più votati in Italia, purtroppo due attività politica che pur essendo caratterizzate dal contesto in cui si esplicano hanno prodotto lo stesso risultato: Alleanza Nazionale vince nelle due realtà e si fa portabandiera della novità politica tanto invocata delle cittadinanze.
E allora cosa è successo? perchè delle popolazioni in cui è radicata una certa ideologia cambiano scelta elettorale in modo storicamente rilevante?
Le risposte possono essere le più svariate certo è che il risultato è gia stato definito dal voto.
La sinistra viene punita e la domanda giusta da fare è: quale sinistra viene punita? quella di governo? quella regionale? o quella comunale? arduo è il tentativo di risposta. Potrei, semplicisticamente ripartire le responsabilità pro quota e buttare via bambino e acqua sporca, ma a chi gioverebbe questa conclusione e soprattutto sarebbe realmente attinenete alla nostra realtà politica?.
Il problema è che in queste due regioni l' arroganza comunista ha fatto il suo tempo; la consolidata concezione di una stabiltà atavica si è sgretolata, insieme alla ventilata creazione del nuovo soggetto politico: P. D. ? .
Le posizioni mutano, le posizione sono mutate, si è tolto all' elettorato l' ideologia e la conseguenza diretta è stata la liberalizzazione del voto e della scelta di voto. Cosa dovrebbe spingere un operaio a votare per il centrosinistra di Rutelli ? di Mastella ? e di Padoa Schioppa ? che nulla hanno a che fare con i lavoratori appunto. Ma davvero crediamo che questa compagine possa durare e possa davvero rappresentare le istanze dei lavoratori? ma davvero crediamo che il P. D. possa diventare il soggetto esponenziale di così tanti interessi divergenti? e allora c' è da concludere che questo nuovo soggetto costituirà un appiattimento ideologico e una massimalizzazione classista che avrà come unica conseguenza la decapitazione verticistica del pensiero politico italiano. Belusconizziamo il sistema! . Tutto di tutti! .
E allora a conclusione dovremmo dire che la responsabilità principe è da imputare al governo che con la sua sterile azione di governo ha contestualizzato e concretizzato le fobie partitiche e politiche della nostra società. Ma neanche questo è del tutto realisticamente soddisfacente, v'è da aggiungere una responsabilità pro quota da imputare ai governi regionali umbri e lucani.
Realtà territoriali e politiche che incassano segnali di cedimento per via della loro sicura irresponsabilità in ordine alle loro cattive gestioni della cosa pubblica. Gestione a volte segnata dall' allontanamento dalla base e dalla giusta pretesa del popolo. In Basilicata, terra dell' oro nero, è inaccettabile assistere all' emorragia continua dei giovani e delle menti pensanti; in Umbria, terra di santi e cioccolatai, è inaccettabile assistere alla dilapidazione della ricchezza pubblica in favore delle clientelari forme di spesa pubblica. Di queste stravaganze gestionali la gente s' è accorta...! e ora lo ha metabolizzato con una scelta elettorale, che un pò di anni fa sembrava impossibile e impensabile. Era ora ?!!! non si sa! certo è che oggi i segnali ci sono stati e al gruppo dirigente è richiesta una presa d' atto e una conseguente analisi del problema. Questo ci è dovuto, questo è dovuto a chi ha creduto per l' ennesima volta allo stesso gruppo dirigente, sia nazionale che regionale. Cari signori non fateci passare pre coglioni....!!!! grazie!

giovedì 7 giugno 2007

L'arroganza della Casa della Libertà...

Il centrodestra ormai allo sbando, e ormai impaurito dalla tenuta del governo, faticosamente passato tra le forche della sinistra estrema, cerca di esacerbare gli animi e le polemiche sterili pur di tenere la scena politica.
L' incoerenza dei leader del centrodestra è aberrante: Bossi che da Pontida, e ripeto da Pontida, invoca l'intervento del Presidente Napolitano, presidente di quell' Italia che Bossi e i suoi compari, amano a dismisura tanto da bruciarne la bandiera. Dicevo, il Duro e puro di Bossi si rivolge all'Italia che non riconosce di ribellarsi al suo governo, quando invece tutta l'Italia dovrebbe ribellarsi a quel manipolo di nordisti che con la bandiera verde e la testa vuota lanciano grida di disprezzo a Roma capitale.
Berlusconi, sentite un pò difende la GdF ,rea un pò di tempo fa, a suo dire, di essere la mano violenta dello Stato impositore, ancora lui che parlava dei comunisti come dei coglioni, adesso minaccia di diventare un black block e mettere a ferro e fuoco le piazze italiane, ovviamente dopo aver scioperato fiscalmente ( con qualòche guadagno?), e quindi ne adotta le metodiche e gli slogan.
Infine Fini coerente con se stesso, l'unico della CdL, continua a figurare e a comparsare in Tv senza dire nulla di destra ....., per l'Italia e per lo Stato.
E' vero, Dalema tira fuori la questione politica, sottolinea la sfiducia del popolo nei confronti dei suoi governanti, da che pulpito !!!!!, ma è pur sempre la voce di un politico, fine, astuto, previggente e anticipatore di situazioni e imbarazzi, ma è pur sempre un politico e con la linea politica si mette in discussione e sul video, ma signori i capi della CdL non sono politici, non sono uomini di livello tale da poter sedere a quei tavoli. Se c'è l'allontanamento dalla politica lo si deve al paradosso del centrodestra o meglio al fatto che in quella compagine politica non si scorge nessun rilievo politico e questo ha scaturito nella mente del popolo il concetto di politica fatta da chi di politica non capisce un granchè. Oggi il professionista della politica, per il popolo è diventato un fattore di estraneità, fare politica è diventato un difetto è come dire che l'avvocato stona con la professione del legale. Nell'uomo medio si è insinuata la convinzione che a fare politica dovrebbe essere il vergine imprenditore, il vergine presentatore della Tv o il vergine calciatore e non chi è nato in una sezione di partito o in una sede di un associazione.
La politica alle ortiche, l' apolitica agli altari. E' l' Italia piccola piccola