giovedì 7 giugno 2007

L'arroganza della Casa della Libertà...

Il centrodestra ormai allo sbando, e ormai impaurito dalla tenuta del governo, faticosamente passato tra le forche della sinistra estrema, cerca di esacerbare gli animi e le polemiche sterili pur di tenere la scena politica.
L' incoerenza dei leader del centrodestra è aberrante: Bossi che da Pontida, e ripeto da Pontida, invoca l'intervento del Presidente Napolitano, presidente di quell' Italia che Bossi e i suoi compari, amano a dismisura tanto da bruciarne la bandiera. Dicevo, il Duro e puro di Bossi si rivolge all'Italia che non riconosce di ribellarsi al suo governo, quando invece tutta l'Italia dovrebbe ribellarsi a quel manipolo di nordisti che con la bandiera verde e la testa vuota lanciano grida di disprezzo a Roma capitale.
Berlusconi, sentite un pò difende la GdF ,rea un pò di tempo fa, a suo dire, di essere la mano violenta dello Stato impositore, ancora lui che parlava dei comunisti come dei coglioni, adesso minaccia di diventare un black block e mettere a ferro e fuoco le piazze italiane, ovviamente dopo aver scioperato fiscalmente ( con qualòche guadagno?), e quindi ne adotta le metodiche e gli slogan.
Infine Fini coerente con se stesso, l'unico della CdL, continua a figurare e a comparsare in Tv senza dire nulla di destra ....., per l'Italia e per lo Stato.
E' vero, Dalema tira fuori la questione politica, sottolinea la sfiducia del popolo nei confronti dei suoi governanti, da che pulpito !!!!!, ma è pur sempre la voce di un politico, fine, astuto, previggente e anticipatore di situazioni e imbarazzi, ma è pur sempre un politico e con la linea politica si mette in discussione e sul video, ma signori i capi della CdL non sono politici, non sono uomini di livello tale da poter sedere a quei tavoli. Se c'è l'allontanamento dalla politica lo si deve al paradosso del centrodestra o meglio al fatto che in quella compagine politica non si scorge nessun rilievo politico e questo ha scaturito nella mente del popolo il concetto di politica fatta da chi di politica non capisce un granchè. Oggi il professionista della politica, per il popolo è diventato un fattore di estraneità, fare politica è diventato un difetto è come dire che l'avvocato stona con la professione del legale. Nell'uomo medio si è insinuata la convinzione che a fare politica dovrebbe essere il vergine imprenditore, il vergine presentatore della Tv o il vergine calciatore e non chi è nato in una sezione di partito o in una sede di un associazione.
La politica alle ortiche, l' apolitica agli altari. E' l' Italia piccola piccola

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